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Ed eccomi qui a considerarli insieme a voi...!
1.Il diritto di non leggere.
Eh beh, non è raro che anche un lettore compulsivo possa avere momenti/periodi/giornate in cui non ha voglia di leggere..!! Ma giustamente, la lettura - come tante altre cose, dal suonare uno strumento, a pasticciare in cucina, dal decoupage allo scrivere racconti ... - dev'essere un momento piacevole, al quale ci accostiamo in modo spontaneo, non certo per dovere...!!
2.Il diritto di saltare le pagine
Ehhhhhhhhh!! Mi càpita eccome, di saltare... non dico pagine e pagine, ma qualche rigo sì!! Tipo, con "Qual che resta del giorno" mi è successo: a un certo punto, il maggiordomo protagonista, Mr Stevens, inizia a parlare di come pulire l'argenteria... e sinceramente ho saltato qualche capoverso a piè pari!!
3. Il diritto di non finire il libro
Ahimè, mi costa dirlo ma è capitato pure questo! Ad esempio, con "Notre-Dame de Paris" di Hugo, che pure è un capolavoro letterario..., ma mi son "fatta fregare" dai capitoli iniziali in cui l'Autore abbonda nelle descrizioni...; mi son scocciata e ho mollato....!
4. Il diritto di rileggere
Quante volte vado a rileggere passaggi "memorabili", che mi stanno praticamente a cuore!! Ad esempio, con certi classici - quali Cime tempestose, Jane Eyre... - rileggo, ricopio.... Come non farlo? *_______*
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
Ad es. i "romanzetti" Harmony... ^_^ Alcuni son scritti meglio di altri, e comunque credo che nel tempo la qualità si sia alzata!!
6.Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
Ci sono storie che inevitabilmente ti fanno sognare ad occhi aperti... e menomale, aggiungo, almeno evado un po', del resto è uno dei motivi per cui si legge, no? :)
7. Il diritto di leggere ovunque
Beh sì..., in bagno, alla posta, in treno, in macchina.... ^_^ Le tredici l'ho letto tutto in macchina, tornando dalla Svizzera!!
8. Il diritto di spizzicare
Mi è capitato con libri che non erano miei e che sapevo di dover leggere in un arco di tempo breve, tipo un pomeriggio con cosa tiene accese le stelle di Mario Calabresi!
9. Il diritto di leggere ad alta voce
La Bibbia è forse l'uni libro che riesco a leggere a voce alta...!!
10. Il diritto di tacere
2.Il diritto di saltare le pagine
Ehhhhhhhhh!! Mi càpita eccome, di saltare... non dico pagine e pagine, ma qualche rigo sì!! Tipo, con "Qual che resta del giorno" mi è successo: a un certo punto, il maggiordomo protagonista, Mr Stevens, inizia a parlare di come pulire l'argenteria... e sinceramente ho saltato qualche capoverso a piè pari!!
3. Il diritto di non finire il libro
Ahimè, mi costa dirlo ma è capitato pure questo! Ad esempio, con "Notre-Dame de Paris" di Hugo, che pure è un capolavoro letterario..., ma mi son "fatta fregare" dai capitoli iniziali in cui l'Autore abbonda nelle descrizioni...; mi son scocciata e ho mollato....!
4. Il diritto di rileggere
Quante volte vado a rileggere passaggi "memorabili", che mi stanno praticamente a cuore!! Ad esempio, con certi classici - quali Cime tempestose, Jane Eyre... - rileggo, ricopio.... Come non farlo? *_______*
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
Ad es. i "romanzetti" Harmony... ^_^ Alcuni son scritti meglio di altri, e comunque credo che nel tempo la qualità si sia alzata!!
6.Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
Ci sono storie che inevitabilmente ti fanno sognare ad occhi aperti... e menomale, aggiungo, almeno evado un po', del resto è uno dei motivi per cui si legge, no? :)
7. Il diritto di leggere ovunque
Beh sì..., in bagno, alla posta, in treno, in macchina.... ^_^ Le tredici l'ho letto tutto in macchina, tornando dalla Svizzera!!
8. Il diritto di spizzicare
Mi è capitato con libri che non erano miei e che sapevo di dover leggere in un arco di tempo breve, tipo un pomeriggio con cosa tiene accese le stelle di Mario Calabresi!
9. Il diritto di leggere ad alta voce
La Bibbia è forse l'uni libro che riesco a leggere a voce alta...!!
10. Il diritto di tacere
Praticamente sempre...! ^_^
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz