lunedì 21 marzo 2022

*** RECENSIONE *** LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI DON VITO TRABÌA di Sebastiano Ambra

 

Don Vito Trabìa è un noto e potente boss palermitano, che scompare di punto in bianco; subito dopo, una fonte anonima comincia a mandare strambi ed enigmatici indizi alla polizia, come a sfidarla affinché ritrovi lo scomparso, se ne è in grado.
A mettersi sulle tracce di don Vito è l'ispettrice Malena Di Giacomo: scontrosa, sboccata, sempre alquanto nervosa ed incavolata, pronta a rispondere per le rima se sente puzza di "sfottò"; supportata dallo psicologo toscano Leonardo Colli e dall'agente Russo, Lena metterà in campo le proprie capacità investigative, le proprie brillanti intuizioni, nonché tutta la propria caparbietà, per arrivare alla soluzione del caso.


LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI DON VITO TRABÌA
di Sebastiano Ambra



Ed. Newton Compton
288 pp
Marzo 2022
Quando la polizia, nel corso di un'importante operazione volta alla cattura del pericoloso latitante Vito Trabìa, giunge sul posto in cui avrebbero dovuto sorprendere il boss, si trova al cospetto di un vecchio, che tutto è fuorché don Vito; è un semplice lattaio e del ricercato non ci sono tracce.
Insomma, un clamoroso buco nell'acqua che non fa un'ottima pubblicità alle forze dell'ordine.

A Palermo, l'ispettrice Malena Di Giacomo è alquanto di cattivo umore: la sua ragazza, Claudia, l'ha lasciata (dopo averla tradita), e a farle salire vertiginosamente i livelli di veleno ci pensa l'arrivo di una bizzarra lettera che fa capire, dalle prime righe, di sapere che fine abbia fatto e chi abbia rapito don Vito Trabìa.
Lena non ha tempo da perdere con le sciocchezze e ordina all'agente Russo di cestinare la missiva del probabile mitomane: sicuramente è una stupidaggine senza alcuna importanza.

Ma i fatti presto la smentiscono.
Il presunto rapitore si affretta a servirsi della tv (più precisamente, interviene con una stranissima telefonata nella trasmissione di un imbroglione che si fa passare per mago) per mandare un messaggio ai poliziotti, o meglio all'ispettrice Di Giacomo, esortandola a non ignorare la lettera anonima ricevuta perché essa è fondamentale per poter trovare il sequestrato.
Il tempo scorre e, più ne passa, meno possibilità di trovarlo vivo ci sono: la giovane ispettrice, infatti, 
ha meno di ventiquattro ore per ritrovare Trabìa vivo e dovrà farlo senza l'aiuto dei colleghi, altrimenti il boss verrà ucciso. 

Lena viene immediatamente coinvolta nel caso dal commissario d'Orrico, che le ordina, col suo fare burbero e la liquirizia tra i denti, di darsi una mossa; ufficialmente dovrà lavorare da sola, ma in realtà il commissario le affianca un civile, lo psicologo toscano Leonardo Colli, che già in passato ha fornito il proprio contributo in indagini di polizia.

Lena, già poco incline alla socialità, non gradisce molto l'intrusione di quest'uomo, perché non lo conosce ma soprattutto perché non è della polizia, il che vuol dire che dovrà tenerlo d'occhio affinché non finisca nei guai o non ne combini, mandando all'aria l'operazione.

Inoltre, ad aumentare il carico di pressione mentale ci pensano altri due problemi: il mittente della lettera (colui che ha fatto la telefonata in tv) ha inserito, come chiusura, un messaggio sibillino, una sorta di indovinello per dare il via alla ricerca del boss; senza considerare che le ore e i minuti passano inesorabilmente e lei e Leo devono muoversi e cercare di cominciare a mettere qualche tessera del puzzle al suo post per avere almeno una pista da seguire.

Lena non sa - ma lo scopre prestissimo - che è appena iniziata una specie di "caccia al tesoro", resa complicata dagli enigmi del rapitore, e sempre più frenetica per via dell'approssimarsi dello scadere del tempo.

Costretta, da ordini superiori, ad avere accanto lo psicologo livornese, Lena si sforza, per il bene dell'indagine, di calmare il proprio nervosismo e di collaborare con Leo, il quale - permalosità a parte - è un tipo intuitivo ed intelligente, che in effetti si rivela un validissimo aiuto per risolvere gli indovinelli del rapitore.

Indovinelli di difficile interpretazione, non soltanto in quanto usano volutamente un linguaggio metaforico e criptico, ma anche per via dei rimandi alla letteratura, alle leggende, all'arte e alla storia di Palermo.

Leonardo crede che, chi ha coinvolto la Di Giacomo in questa "impresa", l'abbia fatto perché convinto delle capacità della poliziotta nello svelare l'arcano nei suoi vari step, ed infatti - per quanto Lena non creda di essere speciale e di essere stata scelta dal rapitore - la donna, a furia di scervellarsi, riesce di volta in volta a fare collegamenti anche complicati tra certe parole-chiave e specifici luoghi  del capoluogo siciliano, così da scovare altri messaggi, che a loro volta contengono ulteriori indizi per arrivare a trovare don Vito.

Ma la caccia all'uomo si fa pericolosa perché diventa chiaro che dietro la sparizione del boss ci sono interessi in gioco: è forse iniziata una delle temibili guerre di mafia che da sempre sporcano di sangue la Sicilia?
Chi ha interesse a far sparire il mafioso, correndo anche il rischio di una vendetta nel caso venisse scoperto?
Si fa strada il nome del nipote americano di don Vito, Totuccio: e se stesse facendo tutto questo per prendere il posto dello zio? Può essere lui la mente geniale che si cela dietro gli indecifrabili biglietti?

Intanto, però, con l'avanzare delle ore e dei progressi da parte di Lena e Leo, qualcuno agisce all'improvviso nel segreto per fermarli, così l'ispettrice, nella sua concitata corsa tra i vicoli, i monumenti e gli alberghi di una Palermo misteriosa e piena di segreti, farà di tutto per giungere all'epilogo di una storia nella quale, però, niente è come sembra.

Riuscirà Malena a fermare il rapitore, consegnandolo alla giustizia e risolvendo tutti i bizzarri e provocatori rompicapi prima che sia troppo tardi per il boss?

Questo giallo di Sebastiano Ambra è stato per me una lettura davvero molto piacevole, l'ho letto tutto d'un fiato perché ha un ritmo agile e dinamico, una scrittura brillante, una protagonista dal carattere tosto, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno ma cammina a testa alta tra i colleghi maschi, i quali non le risparmiano stupide battutine di spirito in quanto donna e lesbica: Malena è intelligente, ha una personalità ben definita, è pragmatica, non ama le formalità, se deve mandare qualcuno a quel paese, non si fa alcuno scrupolo, e soprattutto crede nel proprio lavoro e lo fa bene, per dimostrare a se stessa e agli altri che è una brava poliziotta, a dispetto della poco onorevole eredità lasciatale dal padre (che è stato anch'egli poliziotto, ma ha fatto errori imperdonabili). 
Ho trovato simpaticissimo lo psicologo Leo, con la sua parlata toscana e il suo modo di ragionare, metodico e razionale, con cui supporta quel tipetto particolare che è l'ispettrice Di Giacomo.
Molto accattivante l'espediente degli indovinelli, che conducono Lena e il lettore a spasso per una Palermo occulta e affascinante, e incuriosiscono con interessanti riferimenti letterari.

Consiglio la lettura di questo bel giallo dalla trama ben articolata e appassionante, che tiene alta l'attenzione del lettore fino alla fine e, a parer mio, ne soddisfa ogni aspettativa.


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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