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LA GARA DEI CASTELLI
C’era una volta, anzi c’era ancor prima, una bella principessa che si chiamava Asa
e che viveva nei paesi del nord, nel regno di Hrolf.
Asa aveva molti pretendenti, ma di gran lunga i più ostinati erano due nobili principi:
Agnay e Volund.
Non sapendo chi scegliere, Asa si consigliò col padre. “Sono tutti e due principi”, disse,
“tutti e due bravi cavalieri, e anche belli. Come faccio a scegliere?”.
Allora, re Hrolf convocò a corte i due principi. Disse loro: “A guardia della frontiera
settentrionale e di quella meridionale del mio regno ci sono due colline identiche. Desidero
che ciascuno di voi prenda una collina e ci costruisca in cima un castello degno di una
principessa. Quello che finirà per primo sposerà la principessa Asa. Ma attenti, c’è una
condizione: dovete terminare il vostro castello senza spendere più di questo”.
E così dicendo il re diede a ciascuno dei principi mille monete d’oro: quasi una fortuna per quei
tempi. I due principi si misero subito al lavoro, ma con criteri molto diversi.
Il principe Agnay pensò: ”Essendo una gara, la rapidità è la cosa più importante.
Prenderò molti manovali, che dovranno accontentarsi di lavorare per un basso salario.
Useremo pietra locale per comodità e perché costa poco, anche se è un pò difficile da
lavorare. Non perderemo tempo a costruire vere e proprie impalcature, dormiremo
all’aperto e mangeremo le bacche selvatiche che crescono sulla collina”.
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Il principe Volund invece la pensava diversamente: ”Costruire un castello è un
lavoro lungo, faticoso e anche pericoloso. Prenderò soltanto gli operai che potrò pagare
bene. Porteremo la pietra da oltre le montagne perché è di qualità più facile da lavorare.
Taglieremo i pini delle foreste per fare le impalcature e per costruire gli alloggi degli operai,
prenderemo anche dei cacciatori che ci riforniscano di cervi e cinghiali per mangiare.
Inoltre tutti gli uomini che lavoreranno alla costruzione del castello ne saranno in parte
proprietari, questo vuol dire che avranno diritto di rifugiarvisi con la famiglia in tempi
difficili”.
Alla fine della prima estate, re Hrolf andò a vedere come procedevano i lavori.
Il castello di Agnay era già mezzo costruito mentre quello del povero Volund era appena
cominciato. La gente rideva. “Sarà senz’altro un bellissimo castello, quando sarà finito”
diceva, beffandosi di Volund. “Peccato che non ci sarà la principessa ad abitarci”.
Re Hrolf non ne era altrettanto sicuro.
Venne l’inverno, e come sapete, l’inverno è molto rigido nei paesi del nord. Con le
mani gelate la pietra di Agnay era ancora più difficile da lavorare. Gli incidenti per la
mancanza di impalcature si triplicarono. Le bacche sparirono dai fianchi della collina, e
dove una volta c’era l’erba su cui dormire ora c’era la neve.
Le lagnanze e i mugugni fatti in sordina diventarono poi aperta protesta, e uno dopo
l’altro gli uomini di Agnay posarono gli attrezzi di lavoro, se così si potevano chiamare, e si
chiesero: “Perché dobbiamo lavorare in queste condizioni?”.
Gli operai di Volund, invece, sapevano che una volta finito il castello avrebbero avuto sicurezza per sé e per le loro famiglie per tutta la vita. Andarono perciò da Volund e gli dissero: “Visto che siamo così indietro, ci siamo guardati intorno e abbiamo scoperto vari modi per essere più efficienti”.
Fu così che, mentre Agnay cadde nella confusione più completa, Volund acquisì un
vantaggio dopo l’altro.
E, come avrete ormai indovinato, un’estate ed un inverno più tardi Volund non solamente fu il primo a finire, ma aveva costruito il castello più bello.
Tutti dissero che il matrimonio fu un vero splendore. Re Hrolf prese in disparte Volund e gli disse: “Ho trovato più che un figlio. La gente di questo paese del nord non dimenticherà mai la lezione che ci hai dato”.
Christopher Martin
(www.pagliuzze.it)
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz