Un breve estratto del libro che ho in lettura "Sopravvissuta ad Auschwitz" di Eva Schloss.
Lo stupore addolorato, lo sconcerto e il senso di impotenza di una 15enne che comprende di essere ormai entrata in una fase della propria esistenza tra i più terribili.... Una fase riassunta in un numero scritto su un braccio con ago e inchiostro.
"Mutti mi mise le braccia attorno alle spalle
mentre un'altra kapò prendeva un ago
e una bottiglietta d'inchiostro per tatuarmi
il numero sul braccio sinistro.
- Non le faccia troppo male,
è solo una bambina -,
disse Mutti, e la kapò mi fece il numero
un po' più chiaro che ad altre.
(...)
Ero la prigioniera A/5272
inserita in un processo volto a privarmi dell'orgoglio dell'identità.
Allontanandomi dalla stazione di Auschwitz,
mi ero lasciata alle spalle la piccola Eva Geiringer
e i suoi sogni.
Avevo trascorso gli ultimi momenti insieme alla mia famiglia
al completo e non avrei mai più rivisto mio fratello."
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz