Ancora un'uscita in sintonia con LA GIORNATA DELLA MEMORIA.
IL VOLONTARIO DI AUSCHWITZ
di Witold Pilecki
Ed. Piemme Voci Trad. A. Carena 356 pp 18.50 euro USCITA 21 GENNAIO 2014 |
Il nome non è ancora sinonimo di inferno, come sarebbe diventato, tuttavia chiunque avrebbe considerato quel gesto folle.
Ma Pilecki non è uno qualunque, è un militare dell'Armata polacca e membro della resistenza contro i nazisti.
La sua missione è infiltrarsi nel campo, raccogliere informazioni e organizzare una rete clandestina pronta a ribellarsi e a prendere il controllo al momento giusto.
Sin dall'arrivo, Pilecki si rende conto che qualsiasi idea i cittadini liberi si fossero fatti di quel luogo, era drammaticamente ingenua.
Ciò che trova oltre il cancello con la scritta "Arbeit macht frei" non ha nulla a che vedere con qualunque cosa avesse conosciuto nel mondo reale.
Ogni regola del vivere civile è calpestata e sovvertita, ci sono prigionieri con diritto di vita e di morte su altri prigionieri. Fame, freddo, malattie, lavori forzati sono usati dai nazisti come strumenti di decimazione.
L'arbitrarietà assoluta è l'unica legge applicata e ciò che distingue i carcerieri l'uno dall'altro sono solo diversi gradi di crudeltà.
A poco a poco Pilecki tesse la sua rete clandestina, in attesa del segnale di rivolta, che però non arriva mai. Dopo tre anni, e dopo aver visto sparire molti dei suoi amici, Pilecki decide di fuggire, per continuare la resistenza da fuori.
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Nato nel 1901 da una famiglia della nobiltà polacca, Witold Pilecki nel 1918 si arruolò nell’Armata polacca. Nel 1939 partecipò alla battaglia di Varsavia; dopo la capitolazione della città fu membro attivo della resistenza al nazismo. Nel settembre 1940, con il permesso dei suoi superiori, si fece arrestare dalla Gestapo e per tre anni fu prigioniero nel campo di concentramento di Auschwitz per organizzarvi la rete di resistenza e inviare rapporti sulla situazione nel campo. Fuggì nel 1943 e nel 1944 partecipò alla rivolta di Varsavia. Nel 1945, per conto del governo polacco in esilio a Londra, fu spedito nuovamente in missione nella Polonia occupata dalle truppe sovietiche, finendo in un campo di lavoro sovietico nelle vesti di prigioniero politico. Fu scoperto, processato e giustiziato nel maggio del 1948. Fino al crollo dell’Unione Sovietica le informazioni riguardanti l’attività di Pilecki sono state censurate.
pilecki |
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz