Un romanzo che entra nella nostra "sezione orientale".
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LA DONNA CHE VENIVA DALLA PIOGGIA
di Tan Twan Eng
Ed. Newton Compton trad. C. Vatteroni 444 pp 2008 |
Trama
Malesia, 1939.
Philip Hutton è un ragazzo di sedici anni.
Per metà cinese e per metà inglese, si sente estraneo a entrambe le culture e anche alla città di Penang, dove vive come uno straniero tra la sua gente.
Se le ragioni della lingua e del sangue non arrivano a colmare il vuoto esistenziale di Philip, l'amicizia lo porterà a guardare a mondo con occhi diversi, grazie all'incontro con Hayato Endo. Endo, maestro di aikido, introduce il ragazzo ai segreti di questa disciplina, insegnandogli anche i rudimenti della cultura e della lingua giapponese.
Una nuova conoscenza che, nel cuore di Philip, è destinata a fare più male di una spada.
Succede quando i giapponesi invadono la Malesia e il suo sensei dimostra di non essere un uomo buono e disinteressato ma una spia al soldo del nemico.
Per Philip è la catastrofe.
Costretto a collaborare con i giapponesi per difendere la propria famiglia, il ragazzo non ha nessun'altra possibilità che quella di cercare nella resistenza clandestina il suo riscatto.
Un lavoro sotterraneo e pericoloso grazie al quale il giovane Hutton riesce a salvare moltissime vite dalla furia degli invasori e, finalmente, a trovare se stesso.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz