Ieri vi ho parlato di "A nome tuo" di Covacich.
Oggi volevo condividere con voi un pezzettino di questo libro, con annesso un brano (strumentale, musica d'ambiente), citato proprio in queste righe.
"Il primo movimento esordisce con le famose cinque note di pianoforte, riprodotte, scomposte e già subito insufflate nella fitta ragnatela elettrostatica che galleggerà sullo sfondo dell'intera sinfonia - un ronzio appena percettibile, come sotto i piloni dell'alta tensione. Il vuoto prende corpo, le infinite microvariazioni della stessa frase musicale lo passano da parte a parte sagomandolo in poligoni di luce. Music for Airports fa sentire lo spazio tra le cose. Questa è la sensazione che ho sempre avuto. Non le cose, ma lo spazio tra l'una e l'altra. (...) Il corpo è la vita, lo spazio è la morte, Il pieno e il vuoto. Music for airports svuota la vita e riempie la morte."
MUSIC FOR AIRPORTS
(Brian Eno)
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz