E finalmente ho letto Divergent!!!
Era da un po' che volevo farlo e grazie agli obiettivi della Reading Challenge ho avuto una ragione in più per tuffarmi nella lettura di questo distopico!
Il primo libro della saga di Veronica Roth si è rivelato sin dalle prime pagine una lettura capace di catturare il mio interesse, per il ritmo via via concitato, per la protagonista - così giovane e minuta - che va di volta in volta "evolvendo", e per i tanti ostacoli da superare.
DIVERGENT
di Veronica Roth
Ed. De Agostini trad. R. Verde 480 pp 6.90 euro 2015 |
In seguito alla Grande Pace, quindi, in Chicago si sono formate 5 fazioni che perseguono ognuna un valore, cercando di lavorare insieme per il bene e la prosperità di tutti, anche se non è facile.
Ci sono gli Abneganti, la fazione di Beatrice, che perseguono l'altruismo ed infatti ad essi è stato affidato il governo della società; i Candidi perseguono l'onestà e la verità a tutti i costi; gli Eruditi portano avanti l'importanza della conoscenza e della sapienza; i Pacifici puntano alla pace e gli Intrepidi giocano tutto sulla forza fisica e sul coraggio.
Beatrice è stata cresciuta in un gruppo di persone rigide e serie, che condannano ogni forma di vanità ed egoismo, a scapito della spontaneità, vòlti alla sola osservanza di regole di condotta rigidissime, in società come in famiglia.
Questo ha fatto sì che l'abnegante Beatrice sia cresciuta eccessivamente timida, paurosa... ma quello che lei non sa è che la scelta che sarà chiamata a fare l'indomani cambierà la sua vita e il suo stesso modo di essere. Nel profondo.
Quando infatti tocca a Beatrice scegliere la propria fazione, la sua scelta non solo sorprenderà tutti (genitori in primis), ma segnerà per sempre il suo destino: pur essendo un'Abnegante, Beatrice non sente quell'impulso all'altruismo che dovrebbe appartenerle come una seconda pelle.
Ma non è portata neanche per lo studio, non è particolarmente pacifica nè tantomeno ama dire la verità a tutti i costi...
Resta la categoria degli Intrepidi...!
Seppure scoraggiata dai sensi di colpa verso i genitori, Beatrice non se la sente di andare contro se stessa, così sceglie quella che le sembra la fazione un po' più adatta al suo temperamento, che finora è stato ben nascosto.
Ciò che la turba ancora di più è l'aver appreso che il suo test attitudinale - dal quale sarebbe dovuto emergere in modo inequivocabile la fazione verso la quale è orientata - si è rivelato inconcludente, cioè lei non ha manifestato un tratto predominante per una fazione piuttosto che un'altra.
In pratica, le viene sussurrato dall'assistente al test, Beatrice è diversa dagli altri: è una divergente.
E deve fare bene attenzione a non dire questo segreto terribile a nessuno, neanche alle persone di cui pensa di potersi fidare.
Potrebbe essere estremamente pericoloso per lei.
Come mai? Cosa vuol dire essere divergenti?
Intanto, dopo aver fatto la propria scelta - gli Intrepidi - Beatrice viene catapultata in un mondo fatto di allenamenti durissimi, al limite delle forze fisiche, in cui soprattutto i ragazzi come lei, chiamati Trasfazione (in quanto passati da una fazione all'altra) devono faticare il doppio per dimostrare di voler essere dei veri e propri Intrepidi.
La vita in questo centro di addestramento è durissima, la violenza e i soprusi, piccoli e grandi, da parte di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico, sono all'ordine del giorno; i posti disponibili per entrare sono pochi e il capofazione, Eric, è terribile, e nell'aspetto e nel comportamento: crudele, cinico, sarcastico, insomma davvero insopportabile.
L'unica speranza in questo mare di ostilità è costituito dalla presenza di un'amica, Christina, e di altri Trasfazione più solidali con Beatrice, che viene pesantemente presa in giro ed umiliata perchè Abnegante e per di più minuta di corporatura: come farà a passare gli esami e le prove faticose e difficili per dimostrare di meritare un posto tra gli Intrepidi?
Nessuno punterebbe un centesimo su di lei... tranne l'istruttore Quattro, che vede in lei un coraggio fuori dal comune e confida nel fatto che, nonostante i limiti fisici e le riserve mentali frutto dell'educazione ricevuta, al momento opportuno Beatrice - che ha deciso di cambiare il proprio nome in Tris - sappia tirar fuori capacità, intelligenza, scaltrezza..., tutto ciò che può permetterle non solo di sopravvivere tra compagni più avvantaggiati, ma anche di superarli.
Leggendo, seguiamo il cambiamento di Tris, nel corpo e nel carattere: il suo corpo sottile e insignificante comincia a riempirsi di muscoli grazie agli allenamenti intensi: il suo carattere chiuso e timoroso pian piano si fortificherà, tanto da turbarla in talune occasioni difficili, in cui scoprirà di nascondere in sè una tempra "bella tosta", a volte anche un po' cinica, che mai avrebbe pensato di avere.
La vita tra gli Intrepidi sarà costellata da continui problemi e ostacoli da affrontare, non solo in virtù degli esami ma ancor di più a causa dei rapporti con gli Intrepidi più bravi, che disprezzano Tris e non acettano che possa essere una di loro.
La nostra protagonista dovrà davvero farsi valere e dimostrare di non essere da meno a nessuno; a volte potrà contare sui pochi amici che ha, altre sarà più complicato..., perchè troppe cose non vanno in questa fazione e quelle che un tempo erano virtù apprezzabili e che sembravano muovere le scelte e le condotte degli Intrepidi, ora pare non valgano più come prima.
Il suo rapporto con Quattro, questo ragazzo misterioso, forte e intelligente, che non fa che tenerla d'occhio, quasi a proteggerla (o a controllarla, visto che sembra aver captato la natura divergente di Tris...) si approfondisce sempre di più e Tris capisce che c'è qualcosa che l'accomuna a lui, che li rende simili o comunque molto vicini...
Col passare dei giorni, Tris farà scoperte importanti sulla fazione che ha scelto, sui piani che essa ha e che coinvolgono le altre fazioni e la cominità in generale...
La vita di Tris tra i selvaggi e atletici Intrepidi è davvero adrenalinica, coinvolge il lettore e inchioda la sua attenzione pagina dopo pagina; come dicevo più su, l'evoluzione caratteriale di Beatrice e il suo "diventare Tris" è un aspetto fondamentale e molto interessante, descritto bene attraverso le sue azioni, le sue decisioni, le sue paure, le contraddizioni e i conflitti interiori.
Tris ci piace perchè pur partendo da una situazione svantaggiata (che la rende, in un certo senso, il bersaglio ideale di atti di "bullismo") riesce a trarre forza dalle cattiverie subite, superando le proprie debolezze e affrontando le proprie paure con un'inaspettata tenacia.
La nuova società disegnata dalla Roth ha il suo fascino agli occhi del lettore, forse proprio perchè suddivisa in questi 5 gruppi tanto diversi tra loro, aventi ciascuno una virtù da perseguire.
Ma gli uomini sono sempre gli stessi, e non basta firmare un trattato di pace e dividersi in sètte perchè l'ordine e l'armonia regnino sovrane sempre...
"Gli esseri umani non riescono ad essere buoni per molto tempo, senza che il male si insinui di nuovo tra loro e li riavveleni"
dice la saggia mamma di Tris alla figlia in un momento cruciale della storia, e questa triste verità emergerà in particolar modo andando verso la fine del romanzo, che chiaramente termina in un modo da solleticare la curiosità di fiondarsi immediatamente sul seguito.
Bello, mi è piaciuto davvero tanto, scritto in un modo accattivante; riprende tematiche e situazioni ritrovate già in altri distopici (la mia conoscenza del genere non è vasta, per cui mi baso ad es. sulla saga della Lowry, "The Giver"), come la cerimonia dalla quale dipende il futuro delle giovani generazioni; il guardare chi è diverso con aperta diffidenza, fino a volerlo sopprimere; la divisione del nuovo assetto sociale in gruppi che solo apparentemente vivono in pace ma che sotto sotto si odiano morto cortesemente...
In conclusione, è stata una lettura avvincente, dal ritmo serrato, emozionante, non si può non fare il tifo per Beatrice/Tris, e il tocco lieve di romanticismo non guasta l'atmosfera avventurosa.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz