Cosa ha ispirato Cecelia Ahern in "Cose che avrei preferito non dire"?
COSE CHE AVREI PREFERITO NON DIRE
di Cecelia Ahern
Ed. Rizzoli 377 pp 2012 |
Lucy Silchester, quasi trent'anni e una istintiva avversione nei confronti della verità, ha fatto delle piccole, grandi bugie che ogni giorno inventa per se stessa e per gli altri uno scudo per proteggersi dalla realtà.
Una realtà che, al momento, consiste in un lavoro più adatto a uno zombie che a un essere umano; un monolocale con la moquette così sporca da consentire di scriverci sopra senza rimorsi; un gatto ermafrodita e incontinente e un ex fidanzato perfetto che, piantandola, l'ha condannata al rimpianto e all'auto commiserazione.
Fino al giorno in cui trova uno strano biglietto ad attenderla sulla soglia di casa: deve presentarsi a un colloquio esplorativo con un fantomatico quanto insistente personaggio che si fa chiamare Vita. Ad attenderla, in uno squallido ufficio che puzza di umido e di deodorante da quattro soldi, Lucy trova un uomo di mezza età malvestito e dall'aria stravolta.
Fino al giorno in cui trova uno strano biglietto ad attenderla sulla soglia di casa: deve presentarsi a un colloquio esplorativo con un fantomatico quanto insistente personaggio che si fa chiamare Vita. Ad attenderla, in uno squallido ufficio che puzza di umido e di deodorante da quattro soldi, Lucy trova un uomo di mezza età malvestito e dall'aria stravolta.
Che dimostra di conoscerla meglio di chiunque altro e si offre di aiutarla a essere finalmente se stessa.
Chi è veramente quel tipo? Che cosa nasconde dietro i modi bruschi e l'irritante talento nel mettere a nudo ogni dubbio, debolezza, terrore che abbiano mai attraversato la mente di Lucy?
Ma soprattutto, riuscirà Lucy, con o senza il suo aiuto, a ritrovare il coraggio di amare di nuovo?
Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.
La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".
L'Autrice racconta che l'ispirazione per il suo libro "The time of my life" è nata pensando ad un amico, che non sentiva da un po' di tempo e che sapeva stesse passando un momento difficile della sua vita.
Le venne in mente in quel momento che la vita è qualcosa cui abbiamo bisogno di dare attenzione.
Se dovessimo trattare gli amici o la famiglia come spesso trattiamo la nostra vita, allora non sarebbero i nostri amici non resterebbero tali per molto tempo. Abbiamo la tendenza a metterci da parte e ci concentriamo su tutto il resto; il lavoro, gli amici, la famiglia, i problemi a casa, ma ignoriamo di guardare le cose più in profondità fino a quando tutto non diventa così compresso che rischia di esplodere.
A Cecelia piaceva l'idea della vita che si manifesta nella forma di una persona, e in tal caso sarebbe difficile da ignorare, sarebbe più difficile essere scortese.
La domanda che si è fatta è stata, 'Se avessimo la possibilità di incontrare la vostra vita, cosa ci direbbe?'
Aveva appena avuto un bambino, si era preso un anno di pausa dal lavoro e in quell'anno sentiva di aver incontrato la sua vita. Prima, aveva lavorato tantissimo senza avere hobby e si era sentita come se non avesse preso parte alla propria vita. Dopo il bambino si è sentita come se fosse ritornata a riappropriarsi della propria vita, così ha rallentato i ritmi, dando più attenzione alle cose semplici, ad alcuni problemi della vita, ha distinto quello che era importante da ciò che non lo era, e quindi ha usato questa esperienza per l'ispirazione.
L'aspetto più difficile della scrittura del libro non aveva a che fare con la scrittura della storia in sè, che anzi scorreva senza problemi.
Quello che era difficile è stato tornare a lavorare dopo aver avuto la figlia, cercando di trovare un modo di scrivere che potesse sentire naturale e creativo, ma senza allontanarla dalla figlia.
Scriveva soprattutto di notte, come se quello fosse un "tempo privato segreto", e le piaceva anche a scrivere di domenica.
Scrive per intrattenere, prima di tutto, e se riesce ad aiutare i lettori con la propria vita, ancora meglio.
Il messaggio di questo romanzo è che abbiamo bisogno di prenderci cura di noi stessi.
Tutti noi ignoriamo noi stessi di tanto in tanto, e va bene, ma non possiamo lasciare che i nostri problemi si accumulino.
Ciò che leggiamo spesso è frutto della fantasia dell'Autore ma altre volte quest'ultimo trae ispirazione da storie/situazioni/persone reali, di cui ha avuto conoscenza diretta o indiretta.
La rubrica "Dietro le pagine" prende nome e idea da una presente nel blog "Itching for books" e cercherà di rispondere (cercherò di darle una cadenza settimanale, sempre in base alle piccole ricerchine che riuscirò a fare) a questa curiosità: Cosa si nasconde dietro le pagine di un libro? Qual è stata la fonte di ispirazione?".
L'Autrice racconta che l'ispirazione per il suo libro "The time of my life" è nata pensando ad un amico, che non sentiva da un po' di tempo e che sapeva stesse passando un momento difficile della sua vita.
Le venne in mente in quel momento che la vita è qualcosa cui abbiamo bisogno di dare attenzione.
Se dovessimo trattare gli amici o la famiglia come spesso trattiamo la nostra vita, allora non sarebbero i nostri amici non resterebbero tali per molto tempo. Abbiamo la tendenza a metterci da parte e ci concentriamo su tutto il resto; il lavoro, gli amici, la famiglia, i problemi a casa, ma ignoriamo di guardare le cose più in profondità fino a quando tutto non diventa così compresso che rischia di esplodere.
A Cecelia piaceva l'idea della vita che si manifesta nella forma di una persona, e in tal caso sarebbe difficile da ignorare, sarebbe più difficile essere scortese.
La domanda che si è fatta è stata, 'Se avessimo la possibilità di incontrare la vostra vita, cosa ci direbbe?'
Aveva appena avuto un bambino, si era preso un anno di pausa dal lavoro e in quell'anno sentiva di aver incontrato la sua vita. Prima, aveva lavorato tantissimo senza avere hobby e si era sentita come se non avesse preso parte alla propria vita. Dopo il bambino si è sentita come se fosse ritornata a riappropriarsi della propria vita, così ha rallentato i ritmi, dando più attenzione alle cose semplici, ad alcuni problemi della vita, ha distinto quello che era importante da ciò che non lo era, e quindi ha usato questa esperienza per l'ispirazione.
L'aspetto più difficile della scrittura del libro non aveva a che fare con la scrittura della storia in sè, che anzi scorreva senza problemi.
Quello che era difficile è stato tornare a lavorare dopo aver avuto la figlia, cercando di trovare un modo di scrivere che potesse sentire naturale e creativo, ma senza allontanarla dalla figlia.
Scriveva soprattutto di notte, come se quello fosse un "tempo privato segreto", e le piaceva anche a scrivere di domenica.
Scrive per intrattenere, prima di tutto, e se riesce ad aiutare i lettori con la propria vita, ancora meglio.
Il messaggio di questo romanzo è che abbiamo bisogno di prenderci cura di noi stessi.
Tutti noi ignoriamo noi stessi di tanto in tanto, e va bene, ma non possiamo lasciare che i nostri problemi si accumulino.
Bellissimo l'insegnamento ♥ Non è sicuramente il libro di cui si parla di più di quest'autrice ma sicuramente è da leggere ^^
RispondiEliminavero, ce ne sono di più noti ma è un'Autrice così brava che andrebbero letti tutti!! :)))
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