giovedì 27 novembre 2014

Recensione: "Io prima di te" di Jojo Moyes



Ecco uno di quei romanzi che ti prendono dalla prima pagina e non puoi fare a meno di assaporarlo e lasciarti coinvolgere, arrivando all'ultimo rigo, con un groppo in gola.

IO PRIMA DI TE
di Jojo Moyes


Ed. Mondadori
Trad. M. C Dallavalle
396 pp
13 euro
2014



Louisa Clark, detta Lou, ha 26 anni e vive una vita davvero molto tranquilla, all'insegna di quell'abitudinarietà stabile e noiosetta, che è per lei fonte di sicurezza.
Abita in casa dei genitori, una coppia simpatica, allegra, onesta e premurosa; con loro c'è anche la sorella minore, la bella ed intelligentissima Katrina (Treena), che ha un bimbo vispo e dolce, Thomas.
Lou ha anche un fidanzato storico, con cui sta insieme ormai da 7 anni: Patrick, fissato per la forma fisica e per le maratone.
Va tutto a gonfie vele, Lou non potrebbe desiderare altro, e non si permette nè a lamentarsi nè a pretendere di uscir fuori dalla mura di casa e del proprio paese per cercare svaghi altrove, rassegnata all'idea di non poter pretendere nulla di ambizioso da e per se stessa.
Lou si sente la sciocchina di casa, quella che veste in modo strambo, che ha qualche rotolino di ciccia in più, che sembra guardarti, ogni tanto, con lo sguardo da tontolona e che tutti, immancabilmente, prendono bonariamente in giro.
Nessuno della famiglia e neanche Pat si aspettano che lei faccia qualcosa di... ammirevole, di particolare. Di speciale.
E la stessa Lou si è convinta di non essere niente di che: una giovane caruccia ma senzatroppe pretese, che vive nell'anonimato, cui nessuno getta occhiate ammirate.

E quando perde l'amato impiego in un bar nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, tutte le sue certezze vengono messe in discussione.
Ma la sorte (se sia buona, sarà il tempo a dirlo) fa capolino nella sua vita leggermente grigia e le propone un lavoro insolito, per il quale si sente impreparata ma che, grazie al suo carattere gioviale, pieno di vita, alla sua aria da "ragazza smarrita" e pasticciona, la vede quale candidata ideale.

Ad assumerla è la rigida e fredda Mrs Camilla Traynor, magistrato e mamma del 35 enne Will Traynor, al quale Lou dovrà fare da badante, dietro lauto compenso.
Un impiego a scadenza, che durerà esattamente 6 mesi.

Will è un uomo attraente, colto, dall'intelligenza acuta, che però vive la triste realtà della sedia a rotelle.
E' tetraplegico, in seguito ad un terribile incidente di cui è rimasto vittima e che, non solo gli ha tolto l'uso di gambe e braccia, ma anche la voglia di vivere. Lui sa che niente può più essere come prima, e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza
Ed è assolutamente deciso a farlo, tra sei mesi.
-
Nulla potrà fargli cambiare idea, perchè nulla sarà più in grado di restituirgli l'amore per la vita che la sedia a rotelle ha soffocato.
Non ci sono più chance per lui, come uomo, come persona degna di esistere, ridotto com'è a un vegetale.

Ma è poi vero?
Forse che la sedia a rotelle può decidere la misura di un uomo?
Un uomo paralizzato non può trovare delle validissime ragioni per desiderare di continuare a vivere?


Farla finita: questo è il pensiero di Will Traynor.
E ad esso si oppone la famiglia, in particolare la mamma Camilla, che assume la stramba e imbarazzata Lou affinchè faccia cambiare idea al figlio.

Una sorta di corsa contro il tempo, dove la clessidra scorre inesorabile a ricordare che entro sei mesi Lou dovrà riuscire, con la sua innata allegria e spontaneità a donare al cocciuto Will delle ragioni per pensare che c'è ancora vita per e davanti a lui.
Dovrà convincerlo che la sedia a quattro ruote non deve necessariamente decidere del suo destino, e che lui può imparare che c'è ancora spazio per la meraviglia, la gioia, le risate, la serenità..., l'amore!, anche per un tetraplegico.

Ce la farà Lou a portare avanti questa mission impossible?

Proprio lei, che non ha alle spalle alcun curriculum degno di nota, che non ha mai avuto a che fare con la malattia (grave), che l'unico problema relazionale affrontato è sopportare la fissa del fidanzato per la dieta, i muscoli e il cronometrare la propria velocità...
Proprio lei, priva di vere e proprie capacità, potenzialità, cultura.
Ma se il suo intento sarà stravolgere la vita del proprio assistito, tanto bello e acculturato quanto sarcastico e scontroso, quello cui Lou non è preparata è che anche la sua vita sarà sconvolta, cambiata per sempre.

In ogni rapporto umano si dà e si riceve, e Will e Lou passeranno da una sorta di "odio cortese" a un'amicizia e a un affetto che potrebbe davvero avere la forza di toccare il cuore indurito e rassegnato di lui.
Lou, grazie agli incoraggiamenti di un tenace Will, potrebbe imparare cose nuove su di sè, cominciando finalmente ad apprezzare, a scoprire che anche per una ragazza dalla vita anonima, finora vissuta in una sorta di gabbia pacifica ma limitante, ci sono tante potenzialità da sfruttare e possibilità da vivere.

E Will? Per lui quali possibilità ci sono, capaci di riportargli la voglia di vivere?
Forse la forza che fa muovere il mondo - l'amore - potrebbe costituire la spinta giusta per aggrapparsi ancora e con convinzione alla vita?

Sotto gli occhi scettici di Mrs Traynor, quelli teneri e inconsapevoli di mamma e papà, sotto lo sguardo di disapprovazione di Pat e quello incoraggiante dell'infermiere Nathan (che si occupa dell'aspetto medico-sanitario ed è una figura importantissima per Will), Louisa dovrà compiere quella che forse resterà l'impresa più ardua della sua esistenza, sperando contro tutto e tutti di poter far innamorare di nuovo il suo Will di se stesso, della vita, del futuro.

Può l'amore donare chance, possibilità, lì dove c'è ormai solo un lago nero di sfiducia e rassegnazione?

Ma forse il dubbio e la domanda principale che l'Autrice lancia al suo lettore è: l'amore vero e onesto è quello che lascia libero l'altro di scegliere per sè, di decidere del proprio destino, o quello che fa di tutto per dargli anche una sola ragione per dire sì alla vita?

Un romanzo drammatico, ma davvero mai patetico.
Scritto con delicatezza e non privo di momenti ironici, leggeri, in cui la personalità fresca e pulita, ingenua e ricca di vitalità e amore di Lou ben si concilia con la razionalità e l'apparente durezza di Will, che conserva in sè tanta dolcezza e un'invidiabile capacità di entrare in empatia col prossimo.
Ho amato tutto di questa storia e Lou, come protagonista, arriva al cuore del lettore, che adotta il suo punto di vista e i suoi sentimenti con naturalezza.
La narrazione è sempre in prima persona ed è soprattutto affidata a Louisa, anche se ci sono pochi capitoli in cui passiamo alla prospettiva degli altri personaggi (Nathan, Treena, Mr e Mrs Traynor), come per dare al lettore una visione esterna del rapporto contrastato tra Lou e Will.

E' un libro che affronta tematiche serie e delicate e lo fa senza sdolcinatezza ma con semplicità e quella dose di drammaticità che colpisce chi legge, facendolo riflettere, immedesimare e chiedersi, forse, cosa avrebbe pensato/detto e fatto lui se avesse avuto a che fare con Will.
O se fosse stato Will.

C'è il tema, attualissimo e controverso, del suicidio assistito: è giusto o no lasciare che una persona con una malattia grave, invalidante e irreversibile eserciti il diritto di scegliere come e quando morire?

Leggi "Io prima di te" col pensiero fisso di scoprire se Lou ce la farà a mostrare a Will quanta vita c'è ancora davanti a lui, nonostante l'invalidità.

Se ce la farà o meno, potrete scoprirlo leggendo il libro; quello che è certo è che, a prescindere dal finale, la storia di Will Traynor e Louisa Clark ci ricorda che l'amore è in grado di cambiare le persone, di donare loro speranza, fiducia, felicità, coraggio, e il tempo speso amando qualcuno non è mai a vuoto o inutile (anche se la storia dovesse avere risvolti diversi da come speravamo), perchè non ci lascia mai "com'eravamo prima" ma incide dei segni che resteranno in noi per sempre.

2 commenti:

  1. Bellissima recensione *__* Voglio leggere questo libro da tantissimo, devo proprio decidermi a prenderlo!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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